Non so perché accade. O, meglio, i motivi per cui accade sono innumerevoli come i sogni interrotti. Il fatto è che, ad un certo momento, si smette di parlare. Oppure, pur continuando a parlare, non ci si dice più nulla. Sì, certo: come va, ci sono novità, come hai trascorso la giornata. Ma non si comunica più. Finisce che ci si ritrova come soci in affari: si progetta, si pianifica, ma ci si disabitua progressivamente al coinvolgimento emotivo. A poco a poco il sentimento inaridisce, scheletrisce, si secca. Smette di riparare, non fa più ombra.
Ed è a letto che la mistificazione si rivela ancor più agghiacciante. Non ci si domanda più quanto desiderio abbiamo veramente in corpo. Si tenta piuttosto di carpire quali siano le intenzioni, se il sonno non ottenebra troppo i sensi. E si elemosina un po' di piacere, ripetendo faticosamente gesti ed espressioni mandati a memoria, fingendo meccanicamente una partecipazione che non c'è. Ti è piaciuto? Naturalmente, naturalmente... Ma dov'erano i pensieri nel frattempo, a chi erano rivolti.
Ci si guarda nello specchio del bagno, mentre la luce della camera si spegne. La prossima volta, sì, la prossima volta andrà meglio...