Un film che è una danza fuori e dentro l’acqua, la mdp che ondeggia su volti e paesaggi, voci interiori, l’amore reso astratto fino a diventare un poema metafisico. Le sequenze scivolano come un flusso ipnotico, occorre abbandonarsi alla visione, come fa il fiume che scorre verso il mare, lasciarsi portare dalle suggestioni remote via via evocate. È il sogno di una terra dai confini surreali, di un incontro reso possibile dal destino, di un sorriso libero che nasce dall’anima, di una speranza che non sfioca dopo il tramonto.
The New World, di Terrence Malick, con Colin Farrell, Joe Inscoe, Jamie Harris (USA, 2005, 150’)