scricchiola la notte sotto le suole nuvole di vapore spirano tra i lampioni presentimenti avvolti come fili sul rocchetto inquietudini che alitano odori da città lontane il gelo attaccato alle piante spoglie piccoli vortici di sabbia lungo lo sterrato i graffiti sui muri incrostati le increspature ad arco nelle pozzanghere un’anima affranta gli occhi liquidi un amaro metallico color del piombo una zavorra in caduta libera dentro i rifiuti un’identità mai paga scialata per niente priva della dissolutezza necessaria a scardinare la morsa penzola stanco il tremore di refoli erotici appena pregustati il tempo non pulisce i segni a livello del cuore solo un morbido amplesso dissiperebbe questo lucido fruscio di pensieri sempre più distaccati invece piroettano nell’aria polveri sottili che s’inalano invisibili e si stratificano in reticoli fibrotici diffusi nel livido del petto a soffocare lentamente il respiro a rendere insignificante tutta questa sequenza di promesse deluse di castelli smantellati e allora disperdo le forze dentro i tombini per farmi trasparente come il cielo che avrò di domani