Mi arrendo. Mi arrendo all’amore che m’invade, alla sua grandezza, alla sua potenza. Mai sarei capace di difendermi, né lo vorrei. Cedo perciò le armi, alzo le mani in segno di resa, mi dichiaro vinto. E rapito dal tuo sguardo seducente mi abbandono ai baci ardenti, alle carezze che scatenano brividi interminabili, all’eccitazione provocata dai tuoi sussurri. Prendimi, ora, catturami gli occhi ed il cuore, fammi prigioniero dei tuoi abbracci, serrami tra i tuoi fianchi stretti. Sono tuo, irrimediabilmente tuo. E sorrido, felice per la mia sorte.
(Firenze, Giardino di Boboli, 19 Aprile 2006)