A parte che il Codice si chiama Codice Leonardo e non Da Vinci. A parte che sui misteri dei Templari ha già detto tutto, e meglio, Umberto Eco in Il pendolo di Foucault. A parte che la levata di scudi della Chiesa appare ridicola a fronte della sostanziale pochezza del libro di Dan Brown. A parte questo, e altro ancora, il film risulta essere un fumettone sciapo ed indigesto. C’è troppa carne sul fuoco, e cuoce troppo lentamente. Soprattutto manca quel pizzico di sense of humour che avrebbe reso il polpettone più palatabile.
Non vale la pena scandalizzarsi per le tesi che si sostengono, sebbene la labilità, se non l’inaffidabilità, delle fonti dovrebbe perlomeno renderle dubbie. Si tratta di una fiction, e la veridicità non è necessariamente richiesta. La questione è un’altra: i protagonisti si prendono terribilmente sul serio, formulando congetture e sputando sentenze a ruota libera, fino a rasentare paradossalmente il ridicolo involontario. La vicenda si aggroviglia e si sgroviglia tra agnizioni e rivelazioni senza il dinamismo che richiederebbe il genere. La suspence è pari a zero, i colpi di scena pochi e telefonati, i dialoghi prolissi e ridondanti. Pur trovandosi in mezzo ad una sequela di situazioni da far tremare le vene ai polsi, Tom Hanks e Audrey Tautou mantengono un aplomb incredibile, ai limiti della catatonia, e ripetono stolidamente un copioncino appena imbastito. Gli altri personaggi sono semplici stereotipi che si muovono come burattini in un contesto complesso ma, alla fin fine, fittizio.
Requisito fondamentale in produzioni smaccatamente commerciali come questa dovrebbe essere il divertimento, che invece latita di brutto. E anche la confezione appare meno lussuosa di quanto ci si sarebbe potuto attendere. In ogni caso, chi è andato in visibilio per il libro uscirà dalla sala soddisfatto per averlo sostanzialmente ritrovato; gli altri si congratuleranno con se stessi per essersi tenuti alla larga.
Il Codice Da Vinci (The Da Vinci Code) di Ron Howard con Tom Hanks, Audrey Tautou, Ian McKellen, Paul Bettany, Alfred Molina (USA 2006, 152’)