(Scritto per Blu Agorà Caffè, http://www.erikaluna.net/public/phpBB2/index.php)
La missione che Lupo gli aveva affidato non era certo una passeggiata di salute, considerò James Pim mentre si preparava un Martini con ghiaccio. Aveva accettato di rientrare in servizio solo in onore dell’antica amicizia che l’aveva legato ad Emma. Già. Nel vedere la sua foto, tale e quale a Paulette Goddard, aveva finto di non conoscerla. Ma la verità è che, quella volta, il cuoio ruvido del suo cuore si era crepato di brutto. E quando l’aveva vista allontanarsi nel tramonto di Playa de las Canteras, aveva chiuso a doppia mandata la porta dei sentimenti. Da allora molte donne gli avevano sciacquato la vita, ma più nessuna gliel’aveva strizzata come aveva fatto lei.
Ma non era questo il momento per fare il gagà. Emma si trovava maledettamente in pericolo. Guardò fuori. Stava facendo buio, la luce di un lampione brillava attraverso la finestra e lo sterno tornava a fargli male. Fu allora che ebbe una botta di malinconia, ripensando agli agenti al servizio di Sua Maestà che se n’erano andati. Come dimenticare il vecchio Dimitri Kissoff, compagno di tante avventure, con il quale aveva diviso sbornie colossali e pupe da paura. Adesso si era infiltrato nel Mossad e, come copertura, faceva il croupier in una bisca clandestina. E l’Agente Jjona, bannato di punto in bianco dal Foreign Office? Old Jj, chissà se era vero che era stato rapito dagli Ufo. Altri tempi. Tempi ruvidi, per uomini con la pellaccia spessa del coccodrillo, il bavero del trench rialzato e la canna della Luger sempre fumante. Tempi in cui i buoni stavano di qua e i cattivi di là. Mica questa pappetta in cui tutto si mischia e non sai più chi sono gli amici e chi i nemici. E va a finire che qualche scagnozzo yankee ti pianta una palla nella schiena senza nemmeno chiederti scusa.
Pim sorseggiò il suo Martini con calma, poi aprì il dossier che Lupo gli aveva consegnato. C’erano alcune cose che non quadravano. Anzitutto “Moonraker” Erika. Sembrava sparita dalla circolazione, come se avesse voluto far perdere le tracce in qualche vicolo. Di recente era invece ricomparsa, lasciando quasi per combinazione alcuni messaggi, chiaramente in codice. Da decifrare. E poi Loulou. Come mai nelle foto che la ritraevano insieme ai compagni dell’Armata Rossa brindava con un raffinato Montepulciano e non con un più rustico Verdicchio? Infine Monsieur Verdoux. Nelle sue conversazioni, tra una bevuta di whiskey e qualche scommessa sulla boxe, citava continuamente un tale Yasujiro Ozu. Una losca spia dal muso giallo, forse?
Porcapupazza, imprecò James Pim aspirando alcune boccate da un buon avana. Tossì. Ancora una volta si era dimenticato che non fumava. Ma era un buon segno: stava cominciando a spremere le meningi. Dopo butta via le bucce, si disse. Chiuse quindi gli occhi e si appisolò brevemente. In sogno gli apparve Marcello Criticoesemiologo che dava i numeri su tutte le ruote.
(1, continua)