Orson Welles sosteneva che il genere più difficile è la commedia. Shakespeare, a suo dire, era così grande perché, tra una tragedia e l’altra, scriveva commedie. Lui, invece, si guardò bene dal farne: c’è solo da perderci, diceva, se il pubblico non ride è un fallimento e se ride… è solo una commedia. Woody Allen non ha mai preso in esame la questione, dato che ne sforna una l’anno. Quest’uscita cadenzata nelle sale rappresenta inoltre una confortante ricorrenza e una piacevole consuetudine per tutti gli aficionados, i quali, a prescindere dal valore artistico della pellicola, ogni volta hanno la sensazione di ritrovare un vecchio caro amico. Allen stesso si pone con gentilezza, affermando con autentica modestia di essere come il beaujolais. << C’è una produzione annuale e la gente può dire “Quest’anno era buono” oppure “ Questa vendemmia è un po’ deludente”. Al che, posso sempre rispondere: “Benissimo, magari vi piacerà di più la prossima annata” >>. Senza pressioni, senza temere flop. << Ho sempre voluto una carriera nella quale i miei film non fossero avvenimenti >> (da Conversazione con Woody Allen, di J.M. Frodon, Einaudi).
Scoop non è che un'appendice umoristica al più riflessivo Matchpoint, girata anch’essa a Londra come il prossimo progetto già in fase di realizzazione. Battute divertenti, tempi perfetti, regia invisibile, attori ben diretti e spiritosi ne rappresentano il punto di forza. Allen torna alla vecchia passione della magia (da giovane era stato un prestidigitatore dilettante) sulle tracce di Alice ed Oedipus Wreck e si ritaglia un ruolo buffo di spalla per Scarlett Johansson, efficacemente utilizzata come una giovane Mia Farrow. La satira sociale, sia pur giocata sul filo dell’ironia, si mostra puntuale e pungente. Mai fermarsi alle apparenze, pare essere la morale conclusiva.
Scoop di Woody Allen con Scarlett Johansson, Hugh Jackman, Woody Allen (Usa, Gran Bretagna 2006, 96’)