Domanda secca: che cosa conoscete della vita di Tycho Brahe? Immagino lo sbigottimento che si dipinge sulle vostre facce. Così, al volo? Dunque (non si comincia una frase con dunque, ma va bene lo stesso). Dunque, dicevo: Tycho Brahe era un astronomo danese del ‘500. Non molto, insomma. E non pensate che io ne sappia di più. Ritengo invece che sia parecchio noto l’episodio in cui morì. Durante un banchetto offerto in suo onore dall’imperatore boemo Rodolfo II, il Nostro ingurgitò una quantità notevole di birra; tuttavia, poiché si vergognava ad andare in bagno, decise di trattenere l’urina e rimanere seduto a tavola. Con il risultato che, ad un certo momento, gli si ruppe la vescica, ebbe una peritonite settica fulminante e morì in preda a dolori atroci. Assicurandosi così un’immortalità indecorosa, a scapito della sua chiara fama di scienziato.
Mi sono ricordato di Tycho Brahe ieri sera, leggendo un trafiletto su La Stampa. Lo scrittore fiorentino Piero Pieroni è morto soffocato da un pezzo di carne mentre era a pranzo. Ebbene: fino ad allora io non sapevo chi fosse, e come me suppongo molti di voi, e sono certo che di costui non saprò mai altro se non la circostanza in cui è avvenuto il suo decesso. Circostanza assurda, per non dire grottesca, che di colpo ha cancellato il resto della sua esistenza, qualunque essa sia stata. Perciò: non soltanto dobbiamo sforzarci di vivere dignitosamente, ma bisogna pure stare attenti al modo in cui si muore. Basta appena un attimo di disattenzione, e corriamo il rischio di finire nel ridicolo per l’eternità.