Dove sta la realtà quando prendiamo una gabbietta e ci mettiamo un topolino a girare in una ruota? Oppure se condizioniamo un cane a salivare ogni volta che un campanello suona? Si è mai visto in natura qualcosa del genere? No, certo. Si tratta di esperimenti di laboratorio, di fenomeni realizzati in condizioni opportune e che perseguono finalità scientifiche. Allo stesso modo: che c’è di reale se rinchiudiamo dieci persone in una casa – o meglio, nella riproduzione di una casa – e le costringiamo ad una convivenza forzata? Oppure le mandiamo in un’isola deserta – che poi non è un’isola e nemmeno tanto deserta – facendo in modo che si azzuffino per un tozzo di pane? Sono contesti artificiosi, gli stessi in cui si ritrovano le cavie di laboratorio, e per giunta manipolati in varia misura da una sceneggiatura. Unico obiettivo qui dichiarato è l’audience, dunque la vendita di spazi pubblicitari. Dove sta allora la realtà? Chiamiamoli unreality shows…