Comunque (non si comincia una frase con comunque, ma non importa). Comunque, dicevo, il cinema è arte. La settima, se non erro: dire, fare, baciare, lettera, testamento... ne manca una. Sarà l'arte di far soldi? Non la conosco. Arte contemporanea, probabilmente. There's no business like show business.
Ho perso di nuovo il filo.
Comunque io mi illudo ancora che il cinema, come le altre arti, sia un'espressione della creatività umana e non un prodotto da supermercato, merce luccicante, ben confezionata, dal gusto anodino e senza profumo. Io sono come la brava massaia che gira tra i banchi del mercato rionale e sceglie i prodotti del contadino. In altre parole, prediligo i piccoli film indipendenti, che mi parlano della realtà quotidiana e mi aiutano a comprenderla, che aprono una finestra sul mondo o che mi permettono di scoprire qualcosa su me. Film magari imperfetti dal punto di vista formale, di quelli confinati dai palinsesti televisivi a orari notturni oppure nelle rassegne pomeridiane dei Cinema d'Essai.
Ciò non significa che scarto a priori il prodotto di largo consumo, soprattutto se ben fatto o di grande impatto. Così come non sono tanto snob (o tupamaro) da evitare in assoluto le merci delle grandi multinazionali se ne ho davvero necessità. Il cinema commerciale rappresenta una seconda scelta rispetto ad altri tipi di cinema che sento a me più vicini.