il corpo vacilla indifferente nello spazio tuttintorno che pare plastica cedevole intorno ai gesti invischiati soggetti ormai solo a 1 qual certa forza d’inerzia [è così che mi sento] e scappa via 1 grafia disordinata & ribelle agli spazi ristretti concessi dai righi / muovo la testa ma nulla si muove allo sguardo [sospeso] traballo gli occhi verso la mano dx che sfugge di mano e scrive molto di quanto ho nel cervello (questo cervello che resta così irragionevole & confuso) // la luce oscilla scende biecamente sbilenca di lato e infastidisce così al neon come in effetti è // [piano piano] perdo il controllo ma (strano) me ne spensierisco la teca spenzola a molla il torace s’inclina riverente in avanti le mani continuano a scarabocchiare da sole le dita accrocchiate alla penna e sotto i piedi (a piedi) sento le formiche andarsene anch’esse in letargo // rumori da distante sempre + scorticati alterati nella loro natura fuori fase = vinili fatti girare al contrario sul piatto da 1 cuoco schizzato di salsa // certo è complicato vivere da svegli meglio dormire da svegli quando i recettori del gaba sono occupati da molecole e§ogene (®) x via dell’inibizione competitiva / [intanto] la testa priva di sostegni cui reggersi ora sballonza paurosamente e sento ¡oh no! che sta per spiccarsi dal collo braccia & gambe stanno perdendo energia e non sono + guidate dagli occhi furiosamente nistagmici come pendoli impazziti crollo giù [piombo giù] giù dove ¡no! ¡nO! n0 doctor £EARY mi appello a Voi che siete