Rappresenta il miglior risultato della carriera di Ettore Scola e, forse, una delle più alte espressioni della cinematografia italiana. Pur senza recare in sé innovazioni stilistiche evidenti o esibite, è un film di raffinato respiro teatrale, dal fascino letterario. Il breve incontro tra una casalinga e un omosessuale antifascista che abitano lo stesso palazzo durante la storica visita di Hitler a Roma (6 maggio 1938), fornisce un’ispirazione importante per ragionare di libertà ed emarginazione. La vicenda va quindi ben oltre la semplice ricostruzione documentaria – il cinegiornale Luce che apre il film – o filologica. Alla retorica pomposa delle immagini, della musica e delle parole ricavate dai materiali dell’epoca, si contrappone la scelta di un tono narrativo sommesso accompagnato da un technicolor quasi sbiadito. Mastroianni descrive con rara efficacia la solitudine di un uomo in inevitabile disarmonia con la società del tempo. Memorabile l’interpretazione della Loren che, utilizzata contre-emploi, rende splendidamente il carattere di una donna alle prese con la propria insoddisfazione. L’evasione sarà effimera, appena l’arco di “una giornata particolare”, al termine della quale ritornerà al ruolo fatale di moglie e madre. Ma con ben altra consapevolezza.
(Il film mi è tornato alla mente in occasione della visita di Bush a Roma. Libera associazione di idee… )
Una giornata particolare di Ettore Scola con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, John Vernon, Alessandra Mussolini (!) (Italia, 1977, 105’)