Siamo in una piccola comunità occitana delle valli cuneesi. Chersogno è un villaggio quasi spopolato dall’emigrazione che vive di turismo estivo. I pochi residenti, permanenti e pendolari, si limitano a custodire le tradizioni, a difendere le specificità culturali. Un giorno arriva un francese: si chiama Philippe, fa il pastore, alleva capre e produce formaggio. Ha deciso di lasciare il proprio paese nei Pirenei, dove è prevista la costruzione di una centrale nucleare, per trasferirsi a Chersogno con la famiglia. Tra i valligiani prevale inizialmente la sorpresa, venata da un’atavica diffidenza. Segue il periodo dell’accoglienza e della collaborazione: tutta la comunità si mobilita per aiutare i nuovi venuti a sistemare casa e ad inserirsi. Ma le pulsioni negative crescono sorde, fino a prorompere in un’aperta intolleranza che determina l’allontanamento dell’estraneo.
La forza di questa piccola storia sta nel raccontare i conflitti tra le diverse culture in chiave antropologica, senza piegarsi alla retorica della fiction o del facile documentarismo. La relazione tra il pastore francese e i suoi antagonisti è descritta con raro equilibrio emotivo, i comportamenti e le motivazioni sono analizzati secondo un processo dialettico. Con la propria radicale scelta di vita, entrambe le parti in causa rifiutano i modelli imposti dalla società dei consumi. Ma se la popolazione valligiana ha immobilizzato i propri valori in una difesa rigidamente conservatrice, Philippe cerca di fornire una nuova linfa che ne permetta la sopravvivenza.
Il vento fa il suo giro (E l'aura fai son vir) di Giorgio Diritti con Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti (Italia 2005, 110’) Note: tranne gli attori principali, il cast artistico è formato dagli abitanti della Valle Maira dove è stato girato il film.