ore buche d’un grigio inapparente, t’infili nel vuoto lungo disteso, senza vistosi sobbalzi, scarti laterali, come appeso a un meccanismo attutito che non cigola i pensieri, che non distoglie lo sguardo da quel fioco nulla lì davanti, attraverso vecchie ruggini assopite, scampoli messi ormai da parte, ritagli ingialliti di giornale, in assenza d’idee pericolose e tentazioni cui cedere ancora scorri liscio disimpegnato al riparo da disfunzioni, nessun marchio da imprimere a mente, niente tagli né spellature, e finisci indenne al fondo del giorno come vapore disperso dal fiato