Mi alzo, faccio una passeggiata per la stanza. Torno alla scrivania e lancio uno sguardo al cellulare. Ci penso ancora un momento, qualcosa di più. Poi cancello tutta la frase. Che disperazione. Maledico la difficoltà a trovare le parole giuste, esatte, quelle che occorrono. Quelle che sapresti dire meglio di me.
A volte mi sento come se tu dovessi andare via. O fossi già andata via. Come se dovessi arrendermi all’idea, alla necessità di perderti. Sospeso tra il bisogno di averti ancora, sempre, e la rassegnazione di non averti più…
Quanto suona rassicurante invece la tua risposta, intrisa di ferma dolcezza.
Come posso andare via da te? So ormai con certezza che saremo insieme oltre il tempo, che invecchieremo legati dall’amore, che sapremo affrontare le complessità della vita nell’armonia dei nostri abbracci. Non coltivare, se puoi, turbamenti e pensieri dolorosi. Sono qui. Il rifugio ha sole perenne e profumi lievi.
Il sole si nasconde dietro la collina, ma il cielo non vuole lasciarlo andare. Così il giorno si prolunga in una scia rossastra mentre la luna occhieggia perplessa tra le nuvole.
Noi siamo insieme, a dispetto delle apparenze.
(Novembre 2007)