Non può esistere equilibrio. L’animo umano è asimmetrico, tende alla disarmonia e ai conflitti per sua stessa natura. Ondeggia tra quiete e scompiglio, indolenza e frenesia, tra ragione e passione, ascesi e tentazioni, perfezione e difetto. L’Io, eternamente in bilico tra le pulsioni dell’Es e le istanze del Super-Io. Amiamo la luminosità del sole provenzale nei campi di lavanda, ma anche le terribili scogliere d’Irlanda battute dalle tempeste.
Succede che siamo vivi: abbiamo un cuore dinamico, desideri da tradurre in realtà, aspirazioni profonde, capricci inconfessabili. Senza soluzione di continuità. Ed è proprio questo che ci spinge ad andare, che ci incoraggia a proseguire nel cammino. Altrimenti Colombo non avrebbe sfidato l’oceano e Fleming cominciato a giocare con le muffe.
L’incertezza è parte essenziale dell’esistenza: possiamo vincere l’inquietudine che provoca soltanto affrontandola, nominando ad una ad una le paure che ci tormentano. La consapevolezza tende a ridurre la sofferenza. Ma se una nebulosa indistinta rimane lassù, libera sopra le nostre teste, non bisogna temerla. Consideriamola piuttosto una compagna di viaggio.