Giulia mi ha gentilmente invitato ad un gioco “poetico”, le cui regole sono:
1 - Citare almeno cinque nomi di poeti di ogni tempo e luogo di cui si è “innamorati”.
2 - Citarne alcuni versi significativi.
3 - In aggiunta o in alternativa al punto 2 (se è vero che siamo un popolo di poeti, navigatori, santi, ecc.) citare, con tutta la spudoratezza di cui si è capaci, almeno un proprio componimento poetico o anche soltanto alcuni versi di esso/i.
4 - Si possono interpretare in piena libertà i suggerimenti di cui sopra.
5 - Infine invitate alla partecipazione altri tre blogger che pensate abbiano il piacere di continuare.
1 – Eugenio Montale, soprattutto quello di Ossi di seppia. E della Casa dei doganieri. L’assenza definitiva di una donna, la fine di un ciclo di esperienze, le memorie non comunicabili. L’ho capita vent’anni dopo averla studiata.
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Cesare Pavese. Le sue liriche hanno contrappuntato i miei anni adolescenti, e ho l’impressione che maturino lentamente insieme a me.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo.
Pierpaolo Pasolini. La sua personalità intensa ed appassionata, con tutte le sue doppiezze ed ambiguità, mi colpisce con forza immutata fin dal liceo (imparai a conoscerlo anzitutto come regista).
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Giacomo Leopardi. Il mio preferito da sempre. Lessi La ginestra un pomeriggio di maggio che avevo 18 anni, e ne ebbi un dolore quasi fisico.
Qui su l'arida schiena
del formidabil monte
sterminator Vesevo,
la qual null'altro allegra arbor né fiore,
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti.
Wisława Szymborska. Quella donna sa un sacco di cose su di me…
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da molto tempo potevano incrociarsi?
3 – Le mie poesie sono spudoratamente sparse un po’ ovunque nel blog. Questa è una delle ultime.
Perderai le mie tracce,
e sarà tra le pozze
di un giorno piovoso
– come capita spesso
a quegli amanti
che hanno scordato
il conto dei passi.
5 – Mi piacerebbe che partecipassero al gioco Fino, Agnès e Dragor.
Se ne hanno voglia, naturalmente…
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