I piedi ondeggiano sulle dune di velluto, sospese tra mare, lago e cielo. Fanno da sfondo la bassa vegetazione mediterranea tagliata dalla litoranea e, in lontananza, la massa scura del Circeo. Ripeto a mente le parole di Moravia: “Un posto che mi ricorda l’Africa, per me la parte più bella al mondo”. Oggi tutto è immerso in una specie di luce lattescente, a rievocare un fascino antico e solitario.
<< Ti ricordi quel filmato in cui Pasolini cammina sulla spiaggia… Indossa un trench, è spettinato dal vento, tiene le mani in tasca… >>. << Quello in cui si mette improvvisamente a correre… Sì, certo, l’ho visto molte volte >>. << Sai, è stato girato proprio qui, in questo punto >>. << È vero… Riconosco il posto >>, e mi sorprendo ad inseguire un’immagine. << Se non sbaglio, in quell’occasione rilasciò l’ultima intervista prima di… >>.
Mentre continuiamo a parlare, sento la tua mano scivolare nella mia.
(12 giugno 2008)