"Chi è, che cos'è un creativo? il creativo è colui che si colloca fra i canoni consolatori, confortanti, della cultura cosciente e l'inconscio, il magma originario, il buio, la notte, il fondo del mare. Sono questa vocazione, questa medianità, a fare il creativo. Egli abita, si pone, vive in questa fascia per operare una trasformazione, simbolo di vita; e la posta in gioco è la sua stessa vita o la sua salute mentale. E mi fa piacere, mi lusinga pensare che anche il mestiere di regista possa svolgersi a ridosso di frontiere tanto oscure e turbolente, essere subordinato ad alternative così radicali e pericolose. […] Io credo che il tipo creativo, in genere, non possa avere coscienza dell'operazione di sutura che compie tra l'inconscio e il conscio; al massimo può essere consapevole del modo in cui tenta la conciliazione. Per quanto mi riguarda, raramente mi capita di essere assistito da una sufficiente lucidità circa i meccanismi che attuano questo delicatissimo, ambiguo passaggio; io non sono aiutato da alcun distacco critico, come accade invece ad alcuni miei colleghi che riescono a realizzare il film decodificandolo subito dopo, a volte nello stesso tempo in cui lo girano. Un film per me è veramente qualcosa di assai vicino a un sogno amico ma non voluto, ambiguo ma ansioso di rivelarsi, vergognoso quando viene spiegato, affascinante finché rimane misterioso...".
(Federico Fellini)