Qualche tempo fa, durante una trasmissione antologica della Rai, ho rivisto alcune sequenze di una puntata di Canzonissima in cui Raffaella Carrà tiene in bella vista l’ombelico. Dico rivisto perché ricordo bene quel programma - aveva all'incirca sei anni - che successivamente è stato riproposto in svariate occasioni (si può ovviamente reperibile anche su Youtube).
Mostrare la pancia nuda è oggi cosa normale, persino tra le ragazzine del Vicino Oriente: ci siamo abituati tutti, da nemmeno farci più caso. Nel 1971 quell’ombelico scoperto - sfoggiato peraltro con naturalezza, come un occhiolino ridente - suscitò invece un effettivo scalpore tra il pubblico televisivo, per nulla avvezzo a simili rivelazioni. Sebbene Corrado ammiccasse con modi eleganti e il Tuca tuca con Sordi fosse un gioco sostanzialmente innocente, Raffaella fu capace di imprimere una svolta decisiva all’immaginario erotico collettivo. Ho ancora nella memoria l’espressione perplessa di mia madre e un suo commento non proprio favorevole. Per ciò che mi riguardava, provocò viceversa una sventagliata d’eccitazione che sussultò improvvisa ed inaspettata nel basso ventre. E dire che amavo alla follia Minnie Minoprio…
Checché professino i neomoralisti di regime o ammoniscano i censori contemporanei, la vecchia tv in b/n sapeva essere ben più trasgressiva di quella attuale. Non solo perché in un’epoca di perbenismo imperante si permetteva di sferrare un colpo basso al comune senso del pudore, ma soprattutto trovava il coraggio di farlo durante il varietà del sabato sera, in uno spazio liturgicamente riservato alle famiglie. E non certo per questioni di auditel, di concorrenza o di spazi pubblicitari da piazzare…