Problemi
1) Supponiamo di fissare due punti A e B, il primo posto più in alto rispetto al secondo - ma non così tanto in alto, un poco più in basso... ecco... così... quasi quasi... sì... ci siamo. Fissiamo poi un punto C in una posizione non ben definita, tanto che nemmeno esso sappia bene dove si trova e perciò sia costretto a domandare informazioni. Poniamoci ora il seguente problema: tirando una retta in testa ad un altro punto detto Pino, quante probabilità avremmo di cavarcela se costui usasse impropriamente gli assi cartesiani per riempirci di legnate?
2) Tirare storta una retta in modo che unisca di sghembo due punti erogeni (a scelta) in un sistema di scoordinate in stato confusionale.
3) Fissare un punto qualunque per un periodo di tempo tale che esso, ad un certo momento, vi chieda infastidito: “Perché mi sta fissando così? C’è qualcosa che non va? Sono forse spettinato?”.
4) Calcolare il volume di un paraboloide proboscidato rovesciato per propria dabbenaggine in un piramidone bislungo e bislacco e inscritto contro la propria volontà nel raggio di un tronco di cono al gusto di corteccia.
Domande
1) Descrivere con parole proprie il brachistocrono omotetico di Bernoulli-Mogol-Battisti, spiegare le sue fondamentali applicazioni pratiche e i motivi per cui ognuno di noi ne debba assolutamente possedere uno.
2) Parlare della squadra di Newton: elencarne a memoria la formazione-tipo e dire in quali anni ha vinto il Campionato.
3) Trovate la lumaca di Cartesio e riportargliela il più in fretta possibile, sinnò chill’esce pazzo. (Cogito ergo bum!)
Altri problemi
1) Dati due punti A e B situati su un piano verticale (oppure a coda), trovare il percorso AMB di un mobile scaraventato da una finestra per il quale, muovendosi sotto l’azione della gravità, esso fracassi nel minor tempo possibile il cranio di una persona a voi non troppo simpatica (a scelta, il risultato finale non muta: di fronte a Dio siamo tutti uguali).
2) Consideriamo un cerchio intorno alla testa (per intenderci, di quelli che vengono a forza di studiare matematica senza capirci niente) che per mancanza totale di fantasia consideriamo di raggio 1. Se indichiamo con P il punto sulla sua curva più seducente, la quale ha come coordinate X e Y, e con T la misura in radianti dell’angolo della Fifty Avenue uguale alla lunghezza dell’arco di Robin Hood (ma senza le frecce), calcolare la distanza che intercorre tra l’asta virile e il punto G.