Ad Atene la gente si ribella, scende in piazza, manifesta aspramente, si scontra ad armi pari con il Potere; in Italia, il gesto più dirompente consiste nel votare Luxuria all'Isola dei Famosi.
Non dico di mettersi a spaccare le vetrine come nel ‘77, questo no: peggiorerebbe solo la situazione già critica dei commercianti. Però occupare Montecitorio con forconi e badili potrebbe essere una buona idea. Una bella prise du pouvoir come ai gloriosi tempi della Bastiglia. Via l’Ancien Régime, Arcore come le Tuileries. Vive la Terreur! Oppure un assalto al Palazzo d’Inverno stile Ottobre Rosso. Berlusconi che fugge gambe in spalla come Kerenskij. Per me non c’è problema: vado in palestra apposta…
Rivoluzione, questa dev’essere la parola d’ordine. Una parola scomoda – di solito ci si deve alzare il mattino presto e si finisce la sera molto tardi. Un concetto che fa paura alle masse narcotizzate dalle fiction buoniste della Tivù di Stato. Ma se sono ritornati di moda gli zatteroni e le zampe d’elefante, perché non qualche ghigliottina sulla pubblica piazza? Potremmo chiedere a Fuksas di progettarne alcune, in modo che s’integrino con l’arredo urbano. Un po’ di sangue dovrà scorrere, rassegniamoci: qualche sottosegretario, un portaborse o due, giusto per non dare l’impressione d'essere su Scherzi a parte.
Ma suvvia, non scaldiamoci troppo. Da noi la Rivoluzione rimane solo un’utopia coltivata da sinistri extraparlamentari o, al limite, l’acuta provocazione di qualche blogger. Il popolo italiano non è abbastanza affamato come il Terzo Stato o incazzato come i bolscevichi. L’abitudine ad una cattiva amministrazione della cosa pubblica ha mitridatizzato la coscienza collettiva, anestetizzato le rivendicazioni, intossicato le aspirazioni. L’illusione che un Uomo della Provvidenza possa magicamente risolvere i problemi endemici dell’Italia non è mai svanita. Anzi, si è reincarnata in un regime che ha sostituito il manganello e il ricino con il controllo dei media e il plagio di massa. La maggioranza del Paese si contenta delle brioche gentilmente concesse dall’attuale governo, e quando il premier promette di cambiare la Carta chissà a cosa pensa…