Era l’uomo segreto di una donna lontana. Un uomo invisibile al mondo, esisteva esclusivamente per il suo cuore. Un uomo che non poteva stringerla tra le braccia, immergersi nei suoi occhi, percepirne il respiro. Che non poteva sentirne le mani addosso, baciarla, né fare l’amore con lei. Un uomo capace soltanto di raccontarle i propri gesti inespressi e fantasticare sui suoi. Che portava il peso impercettibile di una vita fatta di lontananze sconfinate e delicata vicinanza, di movimenti inosservati e intimità soffusa, di solitudini separate e attrazione profonda. Una vita sospesa, immaginaria, intrisa di suggestioni, proiezioni e allegorie. Una vita di passioni e rinunce, di speranze spalancate e verifiche incerte. Una vita spaccata tra i tentativi di forzare provvisoriamente la distanza e la rassegnazione di una lunga, inevitabile assenza.
Non era che una sequenza di belle espressioni e qualche fermo immagine afferrato nel tempo. Non lasciava tracce consistenti intorno a lei. Non aveva odore, sapore, non emanava calore. Era una voce che distaccandosi dalla bocca si perdeva nel vuoto, uno sguardo perduto che non trovava destinazione, un’erezione appartata priva di amorosa soddisfazione.
Quando lei se ne andò non poté neppure fermarla, trattenerla, chiederle di rimanere ancora. Si rese conto di essere solo un’immagine sottile che sfocava nei ricordi, un sogno che evaporava alle prime luci dell’alba, un desiderio che appassiva, simile ad un fiore privato dell’acqua.
Si nascose allora nel rifugio dei suoi pensieri, dove lei un giorno l’aveva ritrovato, e lì decise di rimanere come se tutto fosse stato.