È noto che Isaac Newton ebbe la geniale intuizione della gravitazione universale allorquando una mela, staccatasi accidentalmente da un albero, gli provocò una contusione in sede frontoparietale dx e un bernoccolo grosso come una cucurbitacea.
Meno noto, invece, il fatto che in seguito egli abbia voluto verificare di persona se tutti i corpi fossero soggetti alla stessa legge e in che misura. Ah, che spirito empirico, quale sprezzo del pericolo! Vedo già una calda lagrima inzuppare il vostro angolo iridocorneale! Com’è vero che non ci sono più i fisici di una volta (a parte Nicole Kidman, beninteso)...
Ma proseguiamo con la storia.
Anzitutto egli iniziò prudentemente con diversi tipi di frutta: pere, albicocche, banane, cachi (con cui ebbe in verità alcuni problemi). Quando si sentì sufficientemente sicuro, passò infine al dolce e al caffè.
Decise quindi di tentare con i corpi umani: con grande abnegazione, scelse allora una biondina piuttosto procace e attraente. Sebbene stesse avviandosi ad una positiva conclusione per entrambi, il cimento venne inopinatamente interrotto dalla moglie (la famosa transessuale Olivia Newton-John) la quale gli scaraventò sul cranio un pesante ferro da stiro. In seguito gli tirò anche un bidone, allorché fuggì con il centrattacco del Manchester United.
L’esperimento più importante che Newton portò a compimento fu tuttavia quello della caduta dei gravi. Dalla Torre di Pisa egli gettò contemporaneamente Galileo Galilei e una piuma, in maniera da verificare quale dei due avrebbe raggiunto il suolo per primo. Com’era lecito attendersi toccò al Galilei, e da ciò Newton dedusse che il famoso scienziato d’Arcetri era non soltanto un imbecille ma, contravvenendo ai dettami aristotelici, pure in sovrappeso.
Per tale motivo, dunque, egli denunziò senza indugi il collega italiano alla Santa Inquisizione. La quale - nella Sua Immensa Misericordia - lo gettò nelle segrete, lo interrogò senza farlo ripassare, gli frantumò le ossa, lo lobotomizzò, lo processò, lo assolse per ischerzo ma poi lo condannò sul serio, lo scomunicò e infine (fatto assai grave di cui la Chiesa non ha fatto a tutt’oggi ammenda) lo costrinse a seguire un corso di recupero di astronomia gastronomica.
In preda al rimorso per la sorte toccata a Galileo Galilei nonché al figlio di costui, Babbeo Babbei, Newton trascorse gli ultimi anni della propria esistenza nel vano tentativo di dimostrare che era possibile trovare un accordo tra scienza, filosofia, religione ed educazione fisica. Purtroppo cadde in deliquio allorquando fu dimostrato che nell’acqua santa crescevano i batteri.
Da questo stato di estrema prostrazione egli non seppe mai più riprendersi, e passò a miglior vita nel corso di un fatale esperimento con le bolle di sapone.
(Dai miei appunti del liceo. Nella versione originale citavo Bo Derek anziché Nicole Kidman: sic transit gloria mundi.)