Il film è tratto da una vicenda realmente accaduta nel 1967 a Palo Alto, California, narrata nel romanzo di Tod Strasser e ricollocata dal regista Dennis Gansel nella Germania dei nostri giorni.
Per spiegare ai propri studenti come funziona un regime totalitario, il professor Rainer Wegner, insegnante in un istituto superiore, propone un esperimento: crea un movimento caratterizzato da ferree regole di disciplina, ne assume il ruolo di leader, sceglie un motto, una divisa, un logo e un saluto segreto. I ragazzi escono dal torpore e dai problemi quotidiani facendosi prendere da un entusiasmo dilagante. Comincia una specie di gioco di ruolo che ben presto sfuggirà di mano all’ideatore determinando conseguenze tragiche.
Il fascino ambiguo del totalitarismo che si formula come elemento redentivo, la sua potenza seduttiva che intacca e corrode le menti: un germe ancora attivo e operante nella nostra società. Il conformismo adolescenziale, il bisogno del gruppo come sostegno, il ruolo deviante di un leader forte e oppositivo nei confronti della società, che detta regole anticonformiste diventando un modello di identificazione negativa. Come tutti i film a tesi, L’onda dimostra il proprio enunciato in modo poco raffinato e semplicistico; tuttavia coinvolge e inquieta lo spettatore perché capta le tensioni del nostro tempo, non dissimili da quelle del tempo passato, illustra il male come progressivo slittamento di princìpi e valori, mette in guardia dagli effetti incontrollabili sulla psiche e sulla società.
Da vedere e confrontare con il recente La classe e Il signore delle mosche.
L’onda ( Die welle)
di Dennis Gansel
con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich
(Germania 2008, 101')
In programmazione al Cinema Massimo1 di Torino