Il Venticinque Aprile
Di quel Quarantacinque
La guerra terminava
E un canto si levava…
Stavamo schierati su due file. Davanti le bambine, che indossavano il grembiule bianco, noi maschietti dietro, con una maglietta di lana blu. Di fronte, seduti, i nostri genitori, l’aria un po’ emozionata. A pensarci bene, erano trascorsi appena trent’anni. Pochi, quando si parla di storia patria. Soprattutto se la storia patria l’aveva fatta la gente che s’incontrava per strada: Don Corgiatti, la maestra Terreno, Pierìn gamba d’bosch, la signorina Maina.
Lassù sulle montagne
La terra è ancora rossa
Dai partigian d’Italia
Abbiam la libertà!
Non comprendevo del tutto il contenuto di quel canto. Però pensavo ai racconti di mio nonno, con i tedeschi che l’avevano catturato, i partigiani che combattevano per liberare l’Italia. Come i fanti del Ventiquattro Maggio. Non intendevo altro, se non il sentore della primavera in fiore e la fine della scuola ormai vicina.