Mi capita sempre più spesso. L'ultima volta ieri sera al Regio, durante La dama di picche. La palpebra cala, la musica si affievolisce, scivolo sulla poltrona e penso ad altro. Entro in un limbo personale, suadente e confortevole, nel quale mi disperdo beato. Tu dirai vabbe’, Čajkovskij: Puccini e Verdi sono un altro paio di maniche. Mannò, anche al Lingotto, due settimane fa, la Nona Sinfonia di Beethoven, orchestra e coro in pompa magna. E l’anno scorso, per una Cavalleria Rusticana… Hanno ammazzato compare Turiddu. Ah sì, quando?
Calo fisiologico della soglia d’attenzione dovuto a stanchezza? Scarso interesse per le rappresentazioni cui assisto? Dementia praecox (gulp)? O forse è più divertente girellare sulle tracce poco segnate delle proprie meditazioni?