La storia vede protagonista Ida Dalser, una donna bella ed emancipata di origine trentina. A Milano, dove ha aperto un salone di bellezza, s’innamora perdutamente del giovane Mussolini, socialista e direttore dell’Avanti. A lui si dedica totalmente condividendone gli ideali interventisti e nazionalisti, fino a vendere tutti gli averi per finanziare Il Popolo d’Italia. Eppure non ne comprende l’ambiguità: rivoluzionario in politica ma profondamente conservatore nelle scelte personali, Mussolini le preferisce Rachele, di estrazione contadina, concreta e sottomessa. E mentre procede a passi sempre più rapidi verso la conquista del potere, sacrifica Ida e il figlio Benito Albino alla ragion di stato. La donna non si dà pace e per tutta la vita cercherà disperatamente di veder riconosciuta la verità. Sorvegliata e poi confinata, verrà internata in manicomio dove morrà senza più rivedere il figlio. Sorte altrettanto infelice spetterà a Benito Albino, il quale svilupperà un sentimento ambivalente di rabbia e venerazione nei confronti del padre che lo ha rifiutato e che lo porterà alla rovina esistenziale e psichica.
Vincere racconta il fascismo attraverso le vicende private di un’eroina indomita e i filmati di repertorio riguardanti la vita pubblica di Mussolini (alcuni di questi inediti). L’ottimo Filippo Timi, nel doppio ruolo del duce e del figlio, ne riproduce la fisicità aggressiva, l’oratoria fiammeggiante, la mimica esasperata, caratteristiche che nel tempo si trasformeranno in una maschera grottesca. Dalle immagini dell’Istituto Luce di un discorso tenuto a Taranto, emerge il ritratto di un uomo che, consapevole di essere ripreso dalla mdp, storce la bocca e fa gli occhiacci come una pessima caricatura di Rodolfo Valentino.
Al solito, Bellocchio dirige con mano pesante privilegiando toni forti e chiaroscuri violenti. Il che va bene quando deve rappresentare l’immaginario futurista e gli slogan fascisti, però manca di quella finezza introspettiva necessaria a decifrare il dramma di Ida Dalser. E la pur brava Giovanna Mezzogiorno rimane ingabbiata in un personaggio bidimensionale.
Vincere
di Marco Bellocchio
con Filippo Timi, Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio Costella
(Italia-Francia, 2008, 128’)
Presentato in concorso alla 62° edizione del Festival di Cannes
In programmazione al Cinema Massimo1 di Torino