La vicenda è ambientata in America, al tempo del crollo di Wall Street. Il detective Sam Spade viene ingaggiato da una donna misteriosa che gli offre 5000 dollari per ritrovare una statuetta raffigurante un falcone maltese: un prezioso cimelio medioevale in oro, dono dei cavalieri di Rodi all’imperatore Carlo V. Dopo complicate vicende e un buon numero di morti, Sam Spade scoprirà che si tratta di un falso e la donna l’ha raggirato.
Capostipite e archetipo del noir, Il mistero del falco è non solo uno dei rari casi in cui la trasposizione cinematografica ha eguagliato il valore del romanzo da cui è tratto (capolavoro hard-boiled school di Dashiell Hammett); è anche l’esempio paradigmatico di come un regista (John Huston, all’esordio) possa costruire con pochissimi mezzi un affresco indimenticabile. La suspense non nasce dalla vicenda in sé, basata sui dialoghi serrati più che sull’azione, quanto da un’atmosfera claustrofobica (creata grazie all’uso raffinato del b/n) e dall’ambiguità dei personaggi. Con quella faccia e quella smorfia sul labbro, Humphrey Bogart dà vita ad un private eye duro e malinconico destinato al mito.
Alla fine, un poliziotto chiede a Sam Spade di cos’era fatto il falcone. La risposta è una citazione da La tempesta di Shakespeare: << Della materia di cui sono fatti i sogni >>.
Splendida metafora del cinema, e forse anche delle nostre vite.
Il mistero del falco (The Maltese Falcon)
di John Huston
con Humphrey Bogart, Mary Astor, Peter Lorre
(Usa, 1941, 100’)
Mercoledì 10 giugno, Rai3, ore 9,15