I passi risuonavano sul selciato. I lampioni mandavano tutt’intorno una luce fosca. << Naturalmente ti presenterò come un amico… >>, disse lei.
<< Sì, mi sembra ovvio. Diventerebbe imbarazzante… >>.
<< Capisci bene che non posso raccontare tutto >>.
Lui fece un mezzo sorriso. << Sarei improponibile >>.
<< Se ti ho invitato vuol dire che non lo sei >>.
<< Massì, invece >>, sospirò. << Finché non l’ho vissuta, non consideravo la faccenda da questo punto di vista. Un uomo sposato è un uomo di seconda categoria >>.
Lei si bloccò, l’aria indispettita. << Non ragiono per categorie, dovresti saperlo >>.
Si fermò anche lui, un attimo in ritardo. << Invece sì, è un retaggio culturale cui nemmeno tu puoi sottrarti. Se io fossi single, non ti porresti alcun problema >>.
<< Ti pesa così tanto? >>.
<< No. Pesa piuttosto questa mancanza di libertà. Non mi vergogno di amarti. Anzi, so di non aver nulla da nascondere. Per questo mi spiace fingere di essere un amico qualunque >>.
Lei fece un’espressione stranamente dura. << Dispiace anche a me. Ma cosa dovrei raccontare, allora? Non ti rendi conto? Sto negando persino a me stessa di stare con un uomo sposato >>.
Lui ammutolì: << Non l’avevi mai detto… >>.
<< Lo trovi un pensiero tanto originale? >>.
<< No… provo anch’io la stessa cosa, non poterti tenere con me come vorrei… ma non mi spiego tutta questa insofferenza, proprio adesso >>.
<< Semplicemente non è questa la vita che intendo fare >>, disse con tono perentorio mentre apriva il portone con le chiavi. << La vita dell’amante. Non sono più una ragazzina, sento la necessità di progettare un futuro e voglio un uomo con cui farlo >>.
L’amava troppo per non comprendere il suo ragionamento. << È normale, legittimo da parte tua… in ogni caso conosci le mie intenzioni… >>.
Ma lei non gli badò. << Non posso attendere a lungo. Prima o poi da questa situazione ne verrò fuori >>.
Lui trattenne il fiato. La sferzata era stata tanto lacerante quanto inaspettata. Quando riuscì ad articolare qualche parola, sentì la voce uscirgli rauca. << È una verità che sappiamo entrambi, potevi evitare di dirla in quel modo… >>. Deglutì. << Non sono uno sprovveduto. So perfettamente che hai intenzione di cambiare vita più in fretta di quanto io posso cambiare la mia. E che non mi aspetterai. Non si aspetta un uomo sposato. Mai. Per nessun motivo >>.
<< Ti sembra sbagliato? >>.
<< No >>, provò ad argomentare, << però, come sempre, ragioni per te stessa. Non ti chiedi piuttosto se anche a me sta bene questa situazione di clandestinità? Delle mie difficoltà oggettive, del mio tormento interiore, non ti interessa nulla? >>.
<< Queste sono cazzate >>.
Torse di scatto la testa e la fulminò con gli occhi. << Ah sì? >>.
Lei corresse subito il tiro. << Sono faccende che riguardano solo te. Io non voglio entrarci >>.
<< Sentimi bene >>, scandì con calma, << non sono un egoista e per nessun motivo voglio condizionare la tua vita. Stare insieme deve essere una scelta consapevole. Puoi lasciarmi, se pensi sia giusto così. Sei una donna libera >>. E nel pronunciare queste parole fece un passo indietro.
Lei se ne accorse e non insistette. << Non ho detto che intendo lasciarti… >>.
Lui fece una smorfia. << Tu sei brava solo a pretendere e a fregartene. Troppo comodo, cara mia >>.
<< Adesso stai offendendo >>.
<< Parli tanto di progetti per il futuro, ma non ho ancora sentito una proposta seria. La verità è che stai addebitando a me la tua incapacità di fare delle scelte definitive >>.
Salirono le scale a capo chino, senza tenersi per mano. Giunti al piano, si arrestarono davanti alla porta. << Scusami >>, gli disse allora con un filo di voce. << È difficile per entrambi, lo so, ma quello che provo per te non è in discussione >>.
<< Già >>, annuì lui senza ricambiare lo sguardo. << Ma cosa provi, tu, per me? >>.
Lei indugiò. Un attimo di troppo. << È un discorso lungo. Ora è tardi, ne riparleremo >>.
Lui rimase lì. << Un discorso lungo? >>.
L’interruttore a tempo scattò e le scale piombarono nel buio. Erano l’uno di fronte all’altra, due silhouette ritagliate sullo sfondo della parete, in un silenzio ronzante di respiri e supposizioni, ad un soffio dalla collisione.
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