Il film racconta la vicenda (vera) di John Forbes Nash jr, “mago dei numeri” affetto da una grave forma di schizofrenia. Il riscatto avverrà grazie all’amore di una donna, grazie alla quale imparerà a convivere con la malattia, e alla fine arriverà anche il Nobel per l’Economia.
Si tratta del (più o meno) prevedibile ritratto di un genio folle–folle genio, di cui si rappresenta il percorso ascesa-caduta-risurrezione nel segno dell’ottimismo semplicistico che anima questo genere di fiction (ispirata alla realtà, sebbene la realtà sia di solito altra cosa). A rimpolpare la trama, risvolti psicologici abbastanza stereotipati e qualche colpo basso da melodramma. La storia appare prolissa e presenta qualche incongruenza narrativa, oltre che psicopatologica. La presunta omosessualità di Nash viene del tutto lasciata cadere: per evitare una possibile relazione con la malattia mentale o, semplicemente, perché politically incorrect?
Ron Howard si conferma regista di stampo tradizionale: regia ineccepibile (premiata con l’Oscar) ma piuttosto anonima. Russell Crowe, nella parte del protagonista, si è diligentemente documentato, tuttavia indugia un pelo al di sotto e al di fuori della soglia di identificazione col personaggio. In questo senso rimane di un altro pianeta la prova di Dustin Hoffman in Rain man. Ma è tutto il film a restare in superficie, limitandosi ad illustrare senza analizzare.
Sull’argomento matematica-disagio psichico segnalo il ben più convincente Morte di un matematico napoletano, film del ‘92 di Mario Martone che tratteggia la biografia del grande Renato Caccioppoli.
A Beautiful Mind, di Ron Howard, con Russell Crowe, Ed Harris, Jennifer Connelly (Usa, 2001, 134’). Martedì 7 luglio 2009, Retequattro, ore 21,10