Ieri pomeriggio invio un sms a Erika, una cara amica viareggina, insegnante di scuola elementare. “… Ho sentito del disastro ferroviario e ti ho subito pensato. Vorrei sapere se stai bene, con la speranza che né tu né la tua famiglia siate rimasti coinvolti. Un abbraccio… ”. Dopo pochi minuti arriva la risposta: “Stiamo tutti bene, ma è una tragedia immane. Sono morti due bimbi della mia scuola…”.
Vado alla libreria e prendo in mano La peste di Camus.
Tarrou si rivolge al dottor Rieux dicendogli di conoscere un prete che, durante la guerra, ha perduto la fede scoprendo il viso di un giovane con gli occhi lesionati. “Quando all’innocenza fanno crepare gli occhi, un cristiano deve perdere la fede o accettare che crepino gli occhi anche a lui”.