Sospeso.
Il pc acceso, carta strappata nel cestino. Una bibita dal gusto appiccicoso che non disseta. Gli occhi bruciano di riflessi nei vetri delle finestre.
Certo: uscire dalla vita di qualcuno. Nemmeno fosse un click, la porta di un albergo, di un’automobile, di una qualsiasi stazione. Non basta un click, non così almeno. Si cancellano i giorni, tutti gli altri giorni, non quelli importanti. Ma come si fa a riconoscere quali giorni importanti? E poi, non diceva che non avrebbe dimenticato? Invece, ecco: un cellulare spento, la batteria ormai scarica, una sim scaduta. Tutto con un click. E nemmeno ne avverto la mancanza, la necessità. Oramai lei è un’interlocutrice assente.
Emy zampetta di palo in frasca, sovrana per la stanza. Non sa dell'invisibile materia umana di cui è fatto questo momento. Alla tensione il corpo si abitua. A volte è una ventiquattrore che si deve utilizzare, fare e disfare, svuotare e riempire. Si abitua a fare i conti che non tornano, quando non si è né coppia né uno. Quando occorre continuamente modificare la mappatura della terra sotto i piedi. Neppure la sento muoversi questa terra. Tanto tu, pure tu che non capisci ma non per ciò innocente, sei adesso un’interlocutrice assente.
E allora, cosa resta da fare? Mi piacerebbe essere, per esempio, un personaggio di quei libri che tengo accanto al letto, e avere un tratto di strada inchiostrata già scritto. Perché non ci sto più in questo spazio angusto e perennemente invaso, nella calura appena sollevata dalla brezza. Sogno la leggerezza di un incontro garbato, consapevole di un tempo senza più scuse e contraddizioni. In controluce, vedo un lungo viale di alberi dalle chiome scolpite e il sorriso della mia interlocutrice assente.
Muovo le mani, così morbide, abbandonate. Sembrano un porto da cui fuoriescono magicamente parole, a progettare nuove storie, ad immaginare orizzonti. Allora, allora sì, basterebbe forse scostarsi i capelli dagli occhi, svolgere il telo già liso, per decifrare dentro un traffico confuso di ragioni l’arcano delle circostanze e spiegarmi da solo la strana ragione di queste assenze interlocutorie.