Qualche anno fa conobbi un critico cinematografico che frequentava in incognito i forum di Kataweb, il quale mi confidò che lo faceva per captare gli umori dei non addetti ai lavori e farsi un'idea dei gusti popolari.
Ecco: se io fossi un giornalista adotterei il medesimo sistema. I blog, oltre a realizzare un'informazione "dal basso", rappresentano il termometro della nostra società - o perlomeno di una parte d'essa. In mezzo ai provocatori e agli urlatori, esistono fior di personalità interessanti che, a prescindere dalle opinioni espresse, hanno realmente delle cose da dire e le dicono benissimo.
Gli addetti alla cultura ci considerano invece come una massa informe, caciarona e incontrollabile: come se io dicessi che tutti i politici rubano oppure i giornalisti raccontano soltanto balle. Naturalmente non è così, occorre sceverare il grano dal loglio.
Le istituzioni hanno dapprima provato a cavalcare il fenomeno, quindi ne hanno preso gradualmente le distanze perché, per varie ragioni, non possono gestirlo.
Ma il processo si è ormai avviato, la rete dei blogger mostra salute migliore di molte testate giornalistiche. E questo dovrebbe far riflettere chi di dovere...