
Si smarca con un movimento leggero del corpo, scivola via di lato imprimendo una breve accelerazione al naturale fluire dei gesti, solo un piccolo gemito al momento dello scatto. Potrei tranquillamente tenerle dietro, nemmeno strattonandola per la maglietta, intervenire in tackle sulla palla senza farla inciampare. Invece fingo d’abboccare arrestando fin dal principio la corsa, rimanendo piantato sulle zolle come un brocco, e la lascio sfilare. E mentre lei s’invola libera verso la linea bianca di fondo, metto la mano a visiera sugli occhi in cenno di saluto.
(12 ottobre 2009, Aula 10)