Ora: si può etichettare tout court la vicenda come farsesca, al massimo grottesca, e chiudere qui. Da quando un gruppo editoriale-finanziario si è impossessato delle istituzioni, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a campagne di disinformazione sistematica dell’opinione pubblica, qualcosa di simile alla propaganda bellica fatta in tempo di pace. La menzogna come arma di lotta politica.
Il teatrino dell’altro giorno, apparentemente ridicolo, segna tuttavia il passaggio dalla bassa macelleria ad un livello superiore: è l’inizio di una manovra più complessa e sofisticata, volta ad esercitare un controllo stretto sui singoli magistrati, per costruire dossier diffamanti sulle loro vite che concorrano a delegittimarli. Mediaset come l’Ovra, insomma. La strategia d’attacco politico-mediatica organizzata dalla corte di Berlusconi (e da Berlusconi stesso) non prevede più soltanto livorose campagne di stampa, ma una vera e propria operazione d’intimidazione. L’azione orchestrata da Mattino CInque, che non si è fatta attendere, risulta come un avvertimento in perfetto stile mafioso: occhio, siete tutti sotto osservazione, persino i vostri calzini sono schedati. Stavolta non abbiamo raccolto nulla di interessante, ma, attenzione, la prossima volta potrebbe essere quella buona.
Naturalmente, si tratta di una minaccia trasversale. Lo scopo non è solo quello di rimettere in riga la magistratura, accelerando il passo verso una riforma ad hoc del sistema giudiziario: la manovra vale anche per i politici dell’opposizione e, alla fine, per qualunque cittadino.
I media come formidabile formicaio di spioni: sarebbe da non crederci, se non l’avesse già raccontato Orwell in 1984.