Hampstead è un elegante quartiere residenziale a nord di Londra, situato su di una collina in un’ampia area verde. Le ville signorili e le prestigiose automobili posteggiate davanti ad esse (Rolls Royce, Aston Martin) testimoniano il fatto che i residenti sono prevalentemente milionari.
Al fondo di Downshire Hill si prende Keats Grove, da dove si raggiunge Wentworth Place, un piccolo cottage tutto bianco circondato dalle siepi. Se si suona il campanello, una vocetta ilare introduce gli ospiti lungo un sentiero di terra battuta che attraversa il giardino ben curato. Sul portone d’ingresso si materializza una figura femminile, rossa in viso e con i modi vivaci da capo scout.
Wentworth Place fu costruita tra il 1815 e il 1816, ed è la casa che ospitò John Keats negli ultimi anni di vita. Il poeta cominciò a frequentarla regolarmente nel 1817 e l’anno successivo, dopo la morte del fratello, andò ad alloggiarvi invitato dell’amico Charles Brown. Qui incontrò e s’innamorò di Fanny Brawne. E qui, ispirato dalla sua presenza, compose alcune tra le liriche più note: La Belle Dame sans Merci, Ode on a Grecian Urn, Ode to a Nightingale. Dopo aver contratto la tubercolosi, Keats restò ancora per qualche tempo a Wentworth Place. Nel settembre del 1820, su consiglio dei medici, partì per l’Italia; la morte lo colse a Roma il 24 febbraio del 1821, appena venticinquenne.
Keats House è oggi un grazioso museo che raccoglie documenti e oggetti personali appartenenti al poeta e alla famiglia Brawne. Appena la capo scout ha terminato il discorsetto di presentazione nel delizioso salone stile Regency, il visitatore è libero di accedere a tutte le stanze. Quella di Keats si trova al piano superiore ed è la più piccola: contiene un letto in ferro battuto, uno scrittoio, molti libri, manoscritti e lettere.
Davanti alla casa si trova l’albero sotto il quale fu scritta Ode to a Nightingale. Un susino, mi si dice. Vedere con i propri occhi il luogo preciso in cui un’opera d’arte è stata concepita produce sempre un effetto particolare. Mi ritorna in mente l’ermo colle di Recanati, più o meno lo stesso periodo storico. È come se vi si concentrassero delle energie speciali che solo uno spirito sensibile e ricettivo può captare, traducendole in una forma materiale comprensibile a tutti.
(Visita effettuata l'11 marzo 2010)