Ogni giorno si scontrano in noi due forze: il desiderio di svolgere il nostro lavoro in modo eccellente e la coscienza dei nostri limiti. Speranza e consapevolezza, percezioni soggettive e realtà oggettiva. Sensazioni amplificate dalle aspettative che gli altri ripongono in noi.
Più si allarga la forbice tra sogni e risultati, più l’ansia da prestazione aumenta. Lo stress logora nel tempo, lentamente, e può esplodere all'improvviso. E chi ha sempre ottenuto tutto ciò che voleva, di solito manifesta una minore tolleranza alla sofferenza. Bisogna invece imparare a convivere in modo equilibrato con il desiderio di realizzarsi. Se ci si abitua a coltivare aspettative eccessive, anche i risultati positivi appaiono frustranti: è il concetto di deprivazione relativa introdotto dal sociologo Robert K. Merton.
La tensione va allenata quotidianamente, come fanno gli atleti, altrimenti rischiamo di smarrirci. Si può essere competitivi a vita, ma si può disimparare come. Si possono conservare intatte le proprie motivazioni, non la forza interiore per soddisfarle.