L’impegno appariva per nulla proibitivo, le possibilità c’erano. Va bene, si sapeva che la Nazionale era una squadra di levatura mediocre, priva di individualità, dal gioco evanescente; ma affrontava la Slovacchia, un avversario abbordabile, senz’altro alla portata. Invece abbiamo esasperatamente rinunciato a giocare, salvo gli ultimi cinque, inutili, minuti. E cinque minuti in tre partite sono davvero troppo pochi per dei campioni del mondo. Finiamo ultimi nel girone – oltre alla Slovacchia ci precedono Paraguay e persino Nuova Zelanda –, buttati fuori da avversari di mezza tacca. Subiamo un’umiliazione cocente che, tuttavia, dà la misura esatta di quel che vale oggi il nostro calcio. Specchio fedele della società in cui viviamo.