Una delle poesie di Yeats che preferisco. L'omaggio di un giullare alla sua regina.
Il giullare avanzò nel giardino;
il giardino si era fatto silenzioso;
egli ordinò alla sua anima di sollevarsi
e di posarsi sul davanzale dell’amata.
Essa si sollevò avvolta da un manto blu,
quando i gufi iniziarono a chiamare:
si era fatta saggia nel linguaggio pensando
ad un passo calmo e lieve.
Ma la giovane regina non volle ascoltare;
si levò con la sua veste da camera pallida;
rinchiuse gli scuri
e abbassò i chiavistelli.
Egli ordinò al suo cuore di andare da lei,
quando i gufi cessarono il richiamo;
in un manto rosso palpitante
esso le cantò attraverso la porta.
Era diventato dolce nel linguaggio sognando
capelli fluttuanti come fiori;
ma ella prese il ventaglio dal tavolo
e lo cacciò via nell’aria.
“Ho un berretto a sonagli” egli meditò,
“lo invierò a lei e poi morirò”;
e quando si fece mattina
lo lasciò lungo il suo sentiero.
Ella lo pose sul petto,
sotto una nuvola di capelli,
le sue labbra rosse gli cantarono una canzone d’amore
finché le stelle sorsero in cielo.
Ella aprì la sua porta e la sua finestra,
ed il cuore e l’anima entrarono,
alla sua destra venne quello rosso,
alla sua sinistra la blu.
Essi iniziarono un brusio come grilli,
un chiacchiericcio saggio e dolce,
e i suoi capelli erano come un fiore ancora in bocciolo
e la quiete d’amore ai suoi piedi.
(The Cap and the Bells, W.B. Yeats. Grazie a I. per la traduzione.)