John Lennon nacque il 9 ottobre 1940, durante una delle più violente incursioni della Luftwaffe di Hitler su Liverpool. Tutta l’estate, dopo il tè, la gente accendeva la radio a basso volume, porgendo però l’orecchio non al suono smorzato di una musica da ballo, ma al cielo, fuori dalla porta che dava sul retro della casa. Quando la musica si interrompeva, si sapeva, prima ancora che suonassero le sirene, che i bombardieri stavano ritornando. Liverpool pagava a caro prezzo i propri cantieri navali e le numerose miglia di banchine dove i convogli si fermavano per prepararsi ad affrontare coraggiosamente l’Atlantico settentrionale. La città era l’ultimo canale inglese per le forniture di viveri oltremare. Una notte dopo l’altra, con precisione matematica, le esplosioni distruggevano le banchine, i magazzini e le mura nere del castello, e colpivano anche le linee tranviarie che si inoltravano nelle vie piene di case accoglienti, di pub, di missioni e di latterie con le stalle retrostanti per le mucche. Durante la settimana peggiore, nel Mersey affondarono tante navi che non c’era più un solo ormeggio libero per un eventuale mercantile in arrivo. In Lime Street, però, l’Empire Theatre continuava regolarmente le proprie rappresentazioni. A volte l’intero pubblico si affollava nel ridotto per guardare, al di là dalla nera acropoli di St. George’s Hall, il cielo che prima si rischiarava e poi si oscurava nuovamente man mano che altre bombe si abbattevano sul porto e sul fiume.
Mimi Stanley si era sempre preoccupata per la sorella minore, Julia. Si preoccupò per lei soprattutto quella notte, con Liverpool in fiamme e Julia con le doglie nella clinica ostetrica di Oxford Street. Quando per telefono giunse la notizia che era nato un bambino, Mimi si avviò a piedi da casa Stanley in Newcastle Road. << Feci due miglia tutte di corsa. Non smettevo mai di pensare “È un maschio, è un maschio, è quello che aspettavo”. Mimi tenne in braccio John, appena nato, per venti minuti. Il suo secondo nome, disse Julia, sarebbe stato Winston, in onore del guardiano dell’Inghilterra. Esattamente in quel momento una bomba esplose proprio fuori dell’ospedale. << Mia sorella però rimase a letto >>, dice Mimi, << e allora quelli della clinica misero il piccolo sotto il letto. Volevano che almeno io andassi in cantina, ma rifiutai. Tornai invece di corsa in Newcastle Road per dare la notizia a papà. “Si metta al riparo” mi gridavano dietro gli addetti alla protezione antiaerea. “State calmi”, rispondevo. Papà era in casa e io gli dissi: “È un maschio ed è bellissimo. È il più bello di tutti. Papà alzò gli occhi e disse “Col cavolo, gli piacerebbe!”.
(Philip Norman, Shout! La vera storia dei Beatles)