Molti anni fa lessi – o finsi di leggere – L’arte di amare di Erich Fromm, una di quelle leggerezze che si commettono solo da giovani (di Fromm ci sarebbe molto altro e di molto meglio). Ad ogni modo, nel saggio si metteva in luce la differenza fra l’amore immaturo e quello maturo. Il primo dice ti amo perché ho bisogno di te, il secondo invece ho bisogno di te perché ti amo.
Avevo capito la differenza - il bisogno come soggetto, l’amore come oggetto e non viceversa (guai!). Peccato che, come capita tutte le volte che imparo qualcosa a memoria, mi confondessi e recitassi la versione sbagliata: ti amo perché ho bisogno di te.
(Adesso che sulla psiche ne so qualcosa di più, sono certo che fosse l’inconscio a tradirmi: in effetti mi innamoravo perché avevo vergognosamente bisogno di un oggetto d’amore).
Le ragazze però mi beccavano sempre su ‘sta cosa (frequentavo solo ragazze colte oppure è un aforisma da rivista del parrucchiere?). Dovevo dunque giustificarmi di continuo, e così l’amore si perdeva nei ragionamenti d’amore prima ancora di diventare amore.