L’angoscia si può negare, modificare, modulare.
Negarla - cioè espellerla dalla mente per mezzo dell'alcol, delle sostanze stupefacenti, del sesso, persino del lavoro - è un’operazione tossicomanica, onnipotente, tipica della società in cui viviamo.
Modificarla significa agire utilizzando meccanismi di difesa che si rivelano, a lungo andare, inadeguati: qualche frase fatta, una bella pacca sulla spalla, un ansiolitico e via.
Modulare l'angoscia rientra invece in un processo di trasformazione dell’individuo, è un cammino che conduce verso la conoscenza di sé, permeato di fatica e sofferenza. È un procedimento problematico, fondato sulle domande più che sulle risposte che possiamo dare. Significa anche venire a patti con ciò che non si può cambiare e imparare a conviverci.