Vivere? Lo facciano x noi i nostri servi!, diceva con prosopopea 1 nobi£donna france$e del ‘700, quando oziare era privilegio concesso a poki. £ei /probabilmente/ celiava, ma 1 boia della Révolution, seguace dell’affilata moda lanciata da Monsieur Guillotin, la prese molto sul serio. Oggi, invece, non mi sembra ke il *PAPERINIANO DOLCE-FAR-NIENTE* sia prerogativa delle cla$$i + elevate: anzi, + si sale x la scala sociale e – la gente sembra propensa a concepire il concetto di tempo perso. Troppo impegnati a consumare inkiostro /infittendo l’agenda d’improrogabili imperdibili appuntamenti/ pare ke abbiamo xduto il gusto di stare-in-panciolle. Si tende xsino a vivere con an§ia qualke istantaneo momento di riposo: 1 an§ia particolarmente fastidiosa, ke infonde 1 sensazione d’inutilità al tempo ke trascorre senza qualke tipo di okkupazione. Come se *FANTASTICARE/ SOGNARE/ AMARE* non fossero operazi%ni utili. Eppure... eppure + si perde tempo & + lo si ritrova. Oziare equivale ad occuparsi di niente, ovvero (=) di tutto. E tutto r a l l e n t a i m p e r c e tt i b i l m e n t e s i n o q u a s i a f e r m a r s i…