(12 giugno 2008)
I piedi ondeggiano sulle dune di velluto, sospese tra mare, lago e cielo. Fanno da quinta la bassa vegetazione mediterranea tagliata dalla litoranea e, in lontananza, la massa scura del Circeo. Ripeto a mente le parole di Moravia: “Un posto che mi ricorda l’Africa, per me la parte più bella al mondo”. Oggi tutto è immerso in una specie di luce lattea, a rievocare un fascino antico e solitario.
<< Ti ricordi quel filmato in cui Pasolini cammina sulla spiaggia… Indossa un trench, tiene le mani in tasca ed è spettinato dal vento… >>. << Quello in cui si mette improvvisamente a correre… Sì, certo, l’ho visto molte volte >>. << Sai, è stato girato proprio qui, dove siamo ora >>. << È vero… Riconosco il posto >>, e mi sorprendo a inseguire un’immagine: << se non sbaglio, in quell’occasione rilasciò l’ultima intervista prima di… >>.
Mentre continuiamo a parlare, sento la tua mano scivolare nella mia.