Hamā si trova nella valle del fiume Oronte, delimitata ad ovest dalla costa mediterranea e ad est dal bollente deserto di Siria. Solo una tappa per il viaggiatore che da Damasco si sposta ad Aleppo – infatti vi sostai appena una notte d’agosto del 2008 – ma una tra le più belle località di quel paese. Attraversata dall’Oronte, le rive fiancheggiate da alberi e parchi, in estate si mostra assai animata: l’atmosfera tranquilla, i buoni ristoranti e alcuni eleganti alberghi ne fanno un luogo in cui è piacevole soggiornare.
Hamā è famosa soprattutto per le grandi norie, antiche e cigolanti ruote idrauliche in legno che misurano fino a venti metri di diametro. Esse furono costruite per attingere l’acqua dal fiume e scaricarla in una rete idrica che quindi la canalizza nei campi circostanti. Oggi sono attive soltanto in primavera e in estate, sostituite negli altri mesi da mezzi di irrigazione più moderni ed efficaci. Delle trenta ruote progettate nel XIII secolo ne restano diciassette, ristrutturate nel corso dei secoli e disseminate lungo il tratto di fiume cittadino. Le fotografie che scattai raffigurano alcune di queste, ma le più belle, le Quattro Norie di Bechryyat, sono situate un chilometro a nord.
A dispetto della sua piacevolezza, Hamā è teatro in questi giorni di tragici scontri tra l’esercito di Bashār al-Asad e la popolazione avversa al regime. Si contano più di cento morti e il massacro pare non fermarsi. La storia recente della città è tuttavia caratterizzata da un altro atroce accadimento, tra i più drammatici del Vicino Oriente. Proprio qui, nel febbraio del 1982, Ḥāfiẓ al-Asad, padre di Bashār, scatenò una sanguinosa repressione contro la Confraternita Musulmana che aveva organizzato una rivolta armata. I particolari di quell’evento non sono mai stati resi noti – Elia Kayyimi, la guida del viaggio che feci tre anni fa, si adoperò per sottrarsi alle domande. In ogni caso, ottomila soldati delle truppe governative misero in atto una brutale offensiva che durò tre settimane producendo migliaia di vittime e devastazioni spaventose. La città venne presa a cannonate e il centro storico fu completamente raso al suolo. Solo chi abitava ad Hamā prima della distruzione può comprendere l’entità dei danni; e si dice che, chi è tornato dopo la ricostruzione, non l’abbia più riconosciuta.
Il nome arabo dell’Oronte è Nahr al-ʿĀṣi, fiume ribelle. Ribelle come la popolazione di Hamā, che merita una storia migliore.
(Fotografie scattate ad Hamā, حماة, Siria, il 6 e 7 agosto 2008)
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