<< Naaaa... niente Tiffany >>, esordisce Piè. << Tra l'altro, non posso nemmeno parlare di colazione perché sin da quando son piccola non ho mai avuto grande simpatia col latte... nemmeno con quello materno. Insomma, la colazione classica all'italiana per me non vale... mi alzo e scappo a lavoro con lo stomaco vuoto, o pieno solo di un goccio di succo di frutta... >>. << Questo da te non me lo sarei mai aspettato >>, esclama Loulou. << Vero che ognuno ha le sue abitudini e la colazione è il pasto che le tradisce forse di più, però, con la tua fama di buongustaia, glissi così?... Per quanto mi riguarda sono andata avanti a latte e caffè con biscotti fino ai quaranta, poi sono passata al tè verde (colpa di Ozu). La vecchina del bar mi ha preso a cuore e me lo prepara tutte le mattine, ci abbino il dolce o il salato a seconda di come mi va. Quando sono a casa invece la colazione è un piccolo rito: insieme al tè pane e marmellate fatte da me, biscotti di kamut, a volte anche frutta >>.
È il turno di Verdoux. << Quando mi alzo sto benissimo e non avrei bisogno di niente, una bottiglia di acqua o, al più, un bulacco di caffè. Ma visto che i dietologi mi hanno fatto una testa così con la prima colazione abbondante, che è obbligatoria pena la morte, mi incugno anch’io con le cose che mangiano tutti: succo d’arancia - indigesto col latte, ma se non altro mi sono svezzato e il latte non lo prendo più - brioches, tortine, oppure qualche fetta di pane con burro, miele e marmellata. Mi piacerebbero le uova strapazzate con la pancetta, non certo più caloriche delle nostre colazioni continentali, ma poi non saprei cosa berci dietro… un prosecco? Al mattino? >>.
<< Mah, che dire… >>, Erika ci pensa un attimo su: << Da piccola c’erano i biscotti... facevamo a gara, io e mia sorella, a chi li faceva affondare di meno. Sarà per quello che, poi, ho sempre odiato la famiglia del Mulino Bianco? Le prime vacanze in hotel influirono molto sul mio concetto di colazione, specie quelle in Trentino, a base di dolci burrosi e speck, e in Spagna, sotto il leggendario nome di continentale. Ossia che diventi un container. Adesso… adesso la situazione è abbastanza monotona: i dolci mi bruciano allo stomaco, per cui vado con gli Special K, quelli ai frutti gialli o al cioccolato, accompagnati da latte caldo. Oppure caffè macchiato >>.
Sospiro. << La mia colazione è spartana: caffè e un frutto - pera, mela, pesca, quel che c’è. Generalmente tiro avanti sino all’ora di pranzo, nonostante i borborigmi gastrici. Talvolta, verso metà mattina, prendo un altro caffè – di quelli schifosissimi e ulcerogeni delle macchinette –, più per la compagnia di qualche collega che per necessità. Quando sono in ferie e mi ritrovo in giro per il mondo, invece, mi scateno: caffelatte, brioches, yogurt, pane e marmellata, succo di frutta. Sono rilassato, ho più tempo… e poi ho pagato: dunque mangio, con gusto >>.
<< In Francia le petit déjeuner è un vero pranzo >>, riprende Erika: << Succo d'arancia, caffè, anche se ci vorrebbe il nostro, croissants, e la mitica tartre, la baguette aperta e smidollata con marmellate e burro, il loro burro salato… che delizia >>. << A proposito di colazioni francesi >>, interviene di nuovo Lou, << Indimenticabile quella nel caffè centrale di Toulouse. Una specie di cappuccino con la panna di una squisitezza che non ho più sentito... ci tornerei solo per quello… >>. << E certi personaggi folkloristici, per dire... >>, continua Erika. << Mentre facevo questa mitica colazione in una bellissima strada di Montparnasse, mi piaceva osservare l'omino del bar, un tipo filiforme, con la sigaretta che durava un'eternità, in una postura bohémien ma regale, intento a redigere il menù del giorno col gesso in mano e la lavagnetta sulle gambe. Aveva lo sguardo assorto, ispirato, come chi sta per dare luce all'ultima pennellata. O è alla ricerca del verso imperfetto ma definitivo. Una bellissima scena. Quando davvero la cucina sa d'arte... ed eleva lo spirito, non solo l'ago della bilancia >>. << Solo in Irlanda ebbi qualche problema con il tipico Irish Breakfast >>, soggiungo: << Un mattino mi ritrovai nel piatto uova al bacon, salsiccia e cipolle: mi parve brutto rifiutare, però quella mappazza fece su-e-giù nello stomaco per tutto il giorno >>.
<< In ogni caso, odio la colazione a letto >>, dichiara categorica Lou. << Oh sì, anch'io >>, la asseconda Piè. << Primo perché, l’ho detto, detesto la colazione e il rito della colazione in genere, sicché non faccio testo. Secondo, perché mi ricorda parecchio quando me la portava la mamma che avevo la febbre. Terzo poi... è scomoda, no? >>. << Boccio anch’io il letto, non mi piace per mangiare >>, dice Erika. << Preferisco il terrazzo o il giardino, stagione permettendo. Al bar mi piace con amiche, colleghe, mamma, sorella.... una cosa insomma che sa di complicità femminile >>. << Non faccio mai colazione a letto >>, mi inserisco: << Riuscirei a rovesciare tutto quanto e a far briciole ovunque. La ipotizzo solo con una donna disposta a riderci su… >>. Lou concorda con me: << A letto potrei concepire solo qualche tartina e un prosecchino, ma rigorosamente dopo l'amore... >>.
Scoppio a ridere, e Piè mi vien dietro: << Lo sai che cosa hai detto? >>. Lou si fa improvvisamente seria: << Ho detto qualcosa che non dovevo?... Ma dai, siamo tutti adulti... >>. << Letto, concepire... credo si chiami attrazione semantica... >>. Adesso ride anche lei: << Dici che mi toccherebbe far da mamma a una tartina? >>.
(Settembre 2006. Il thread originale si trova qui )
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