Genero: paranormale provinciale.
Interpreti: in ordine di apparizione e sparizione.
Regia: via verso l'Inconscio.
Sinossa. Un bel tomo di reporter, vedovo di fresco, finisce chissàperché in una sperduta cittadina dell’entroterra americano - del tipo Sommariva Perno a ferragosto. Qui, un'entità indecifrabile pestifera e portasfiga ha preso a rompere le gonadi ai villici - soprattutto quelli non in regola con il pagamento del canone tivù. La trama vacilla, indecisa tra maleducazione fisica e metafisica ad ufo, lo sviluppo s’inviluppa assai, la catastrofe finale è graziealcielo finale. La pizza è invece una margherita palestrata alla bufala, caffè smacchiato e conto (poco, come sempre). Ma con il film non c’entra niente. (Film? Quale film?)
Commento criptico. Tratto da una storia vera: si dice sempre così per giustificare qualunque tipo di delirio, vedi l’aglieno con l’alitosi di Roswell o il triangolo isoscele dei Bermuda (calcolate l’area e gettatevi vostra sorella). Però il tentativo di descrivere il doppio senso del mistero tra settimane enigmatiche e saggi presagi suona (in)vano. Ben altri sono gli inquietanti spazi esplorati dal David di Lynch. Richard “già-gigolo” Gere appare ormai votato alla causa del Dalai Lama e nemmeno si preoccupa di pacioccare un po’ la coprotagonista.
Della serie: se proprio avessi dovuto cacciar fuori 6-n€uro-e-spiccioletti, li avrei investiti in azioni Fiat o al Bingo (che è poi la stessa cosa). A questo punto voi direte: cosa c’entra l’Uomoragno? Niente, ovvio. A proposito: ma una volta non l’avevano ucciso?