Seduto alla scrivania, immerso
nella lettura di una relazione, sforzandomi di decifrare una calligrafia da
scarafaggio. Qualcuno si piazza alle mie spalle. << Buongiorno >>.
Mi volto, alzo lo sguardo, ricambio il saluto, e quello resta là, impalato.
<< Professor Corsini, non si ricorda di me? >>. << Non credo
>>, obietto, << Non sono il professor Corsini >>. L’altro pare risentirsi: << Ma come… >>.
<< Mi dispiace, nemmeno professore >>. Quello mugola qualcosa
e poi si allontana chiudendosi dietro la porta, visibilmente deluso.
Torno alla mia lettura. Però, considero: professor Corsini. Non ho la minima idea di chi sia, ma potrebbe benissimo diventare la mia seconda identità. Professor Corsini. Mi piace, mi piace…
A riportarmi con i piedi per terra ci pensa poco dopo Sergio. Piegato in due sulla sedia, gomiti piantati sulle ginocchia, mi studia con l'aria di chi insegue pensieri sghembi. << Sai a chi assomigli, con quegli occhi azzurri e gli occhiali? >>, biascica. << Al professor Corsini? >>, rispondo sorridendo. << No… a un giornalista che di nome fa testa di cazzo >>.