'Le sale cinematografiche, i musei, i teatri e le sale da concerto, le librerie e le biblioteche, sono i luoghi del tempo prezioso, delle felicità pure. Mentre pensavo di scrivere quello che ho scoperto un mese fa a Parigi, su un posto molto famoso e molto amato, mi è tornato in mente questo brano, tratto da “I quaderni di Malte Laurids Brigge: autoritratto del poeta giovane” di R.M. Rilke, che è dedicato alla Bibliothèque Nationale.
“Siedo e leggo un poeta. Nella sala c’è molta gente, ma non si avverte. Sono nei libri. A volte si muovono tra le pagine, come persone che dormono e si rigirano tra due sogni. È bello stare in mezzo a uomini che leggono. Perché non sono sempre così? Puoi avvicinarti ad uno e sfiorarlo: non sentirà nulla. E se nell’alzarti urti appena un vicino e ti scusi, lui accenna col capo dalla parte in cui sente la tua voce, il suo viso si volge senza vederti, e i suoi capelli sono quelli di un uomo che dorme. Come fa bene questo. Ed io siedo e ho un poeta. Che destino: nella sala sono forse ora trecento lettori; ma è impossibile che ognuno abbia un poeta (Dio sa cosa avranno). Non esistono trecento poeti. Ma guarda quale destino: io, forse il più povero di questi lettori, uno straniero, ho un poeta. Sebbene sia povero. Sebbene l’abito che porto ogni giorno cominci, in qualche punto, a logorarsi; sebbene sulle mie scarpe si possa trovare da ridire”'.